Sembra il famoso filmato mancante sull’uccisione di Bin Laden. Non lo è ma per poco: i “falsari” hanno riprodotto armi e abiti fin nei dettagli e l’ambientazione è più che verosimile. Osama lo si vede in faccia, con il fucile in mano, prima di essere colpito. E’ indubbiamente lui. E gli si può sparare. Poi farlo tornare in vita e ucciderlo di nuovo, se si vuole. Gratis.
E’ Episode107, che esce oggi a tempo di record ed è liberamente scaricabile. Si tratta dell’ultima puntata dell’infinita saga di videogiochi prodotta dalla Kuma/War, consociata della rete Fox e specializzata nella ricostruzione di scenari bellici recenti di cui dà la sua personale – ma molto verosimile – interpretazione. Il primo episodio era il blitz in cui morirono Udai e Qusay Hussein. Il lancio invitava il giocatore a trovare un modo per catturarli vivi. Cosa che, ovviamente, non era consentita dalle regole del gioco.
E poi, la cattura di Saddam, la battaglia al cimitero di al Mahadi, ma anche la guerra del Vietnam e alcuni scenari di fantapolitica tra i quali la contestatissima Missione 58 che immagina un attacco degli Usa all’Iran.
Ogni scenario è arricchito da mappe satellitari, descrizione delle forze in campo, tattiche e armi usate da entrambe le fazioni. C’è addirittura un falso telegiornale che riprende le dichiarazioni di quel giorno e varia in base allo svolgimento della partita. Il volto dei conduttori sono ricalcato su quelli dei veri giornalisti della Fox.
La Kuma, che si avvale spesso della collaborazione dell’esercito americano, pubblicizza il suo gioco come uno strumento educativo: “the critical intel you need to understand a world in crisis”, afferma lo slogan. L’idea è che, attraverso ricostruzioni così accurate, i giocatori possano farsi un’idea anche del perché, oltre che del come si combatte.
Peccato che possano sorgere dei dubbi sull’imparzialità delle ricostruzioni: nei primi episodi venivano proposte testimonianze anche dei media arabi, ma con il proseguire della guerra vera, l’ago della bilancia si è spostato sempre di più. I nemici sono tratteggiati come i cattivi dei film di serie B, spietati per il gusto di esserlo mentre Abu Ghraib è una prigione in cui ci sono stati commessi non meglio precisati “abusi”.
Molti scenari sono ambientati a Falluja, città irachena teatro di scontri sangunosissimi (ricordate? Fu girato lì il video in cui si vedove un marine sparare a un nemico ferito che chiedeva soccorso) e di episodi brutali come l’uccisione di quattro contractor americani, i cui cadaveri vennero poi portati in parata per le strade.
Falluja fu rasa al suolo con un bombardamento intensivo al fosforo bianco – illegale secondo qualunque convenzione internazionale – nel novembre del 2004, cioè proprio nel periodo in cui è ambientata una delle missioni di gioco. Il selvaggio omicidio dei quattro è ben documentato e la folla in festa viene chiamata con l’appellativo – meritatissimo – di “marmaglia”.
Del fosforo bianco, che brucia pelle e ossa fino a scioglierle e sterminò la popolazione civile oltre a provocare ancora gravi deformità nei neonati, non c’è però traccia. Si ammette solo un pesante bombardamento “legale”. Descritto come “aerial precision strikes”.
E’ la guerra vista attraverso i videogiochi, bellezza.
Bel pezzo, Ross. Sei sempre geniale.
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